Riflettiamo insieme sull’aspetto del tempo. Essendo un concetto, noi lo percepiamo a seconda di cosa abbiamo imparato su esso, cioè  delle nostre credenze e esperienze. Il nostro rapporto con esso e come noi lo usiamo dipende di nuovo dalla nostra percezione. Siamo sempre di corsa e in affanno? Non riusciamo a organizzarci in maniera efficiente? Tendiamo a rimandare all’infinito che non arriva mai fatti, situazioni e incontri?

Cosa rappresenta il tempo per me? Come me lo figuro?

Provate a prendervi un momento per ascoltare. Chiudete gli occhi e osservate i pensieri che arrivano su voi e il vostro tempo.

Vi potrete accorgere di tante frasi interessanti che vi dite al riguardo.

Adesso provate a considerare il tempo come un elemento neutro, di per se senza significato alcuno. Provate a percepirlo fermo, in attesa di un vostro comando.

Provate a rimanere presenti, per qualche minuto. Senza prendere posizioni specifiche.

Per avere una nuova relazione con il tempo dovete prima mettere in discussione ciò  che è  stato vero fino ad adesso.

Che elemento soggettivo, quanti stili, schemi, strutture diverse ognuno ha con esso.

Lasciate libere le idee che avete, lasciate sciogliere la vostra immagine che si dibatte nel tempo. Potete percepirne l’ irrealtà?

Vi lascio con una frase del libro Un corso in miracoli, lasciatela agire senza intervenire con il giudizio:

“Il tempo può  liberare come imprigionare, a seconda di come lo interpreti. Passato, presente e futuro non hanno continuità,  a meno che tu non forzi la continuità  su di essi. Puoi percepirli come continui e renderli tali per te. Ma non lasciarti ingannare per poi credere che sia così.  Perché  credere che la realtà  sia ciò  che tu vuoi che sia a seconda dell’uso che ne fai è  delirante.”