Poter nutrire il silenzio

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Nei trattamenti:
Tocco di mani morbide, contatto di pesi che liberano. Pesi di parole che escono, di un corpo che si appoggia, di spazi che si aprono e di respiro che passa. La coscienza muta insieme ai flussi nel corpo. Diventa presente ciò che prima era nascosto, e quieto ciò che si agita in forma di pensiero.
Piedi, radici che si svegliano e crescono fino a toccare la testa che fiorisce aprendosi come un fiore di luce, a idee che non erano ancora state udite.
Nella curanderia:
E c’è un tempo e uno spazio per digerire tutto ciò. È per questo che serve la Curanderia, ed è per questo che l’abbiamo creata. Anche senza trattamenti, ritrovare quel messaggio, tanto familiare all’anima, da farla tornare su i suoi passi, forse smarriti, o soltanto distratti. Nutrire il silenzio.

“Non tutti i silenzi sono uguali. Come, grazie alla consapevolezza del vivere, si diventa sensibili alla luce, alle diverse sfumature di luce in diversi luoghi, in differenti momenti della giornata e delle stagioni, così si colgono miriadi di sfumature nei silenzi nostri e altrui, silenzi umani, silenzi degli animali, degli alberi, silenzi minerali.

Il silenzio non è tacere né mettere a tacere, è un invito, è stare in compagnia di qualcosa di tenero e avvolgente, dove tutto è già stato detto. Il silenzio sorride. Caro silenzio, aiutami a non parlare di te, aiutami ad abitarti. Addestrami. Disarmami. Tu mi insegni a parlare. Eccomi, mi lascio rapire. Non lascio niente a casa, niente di intentato. Ci sono. In te. Arte del congedo per ritrovare. Arte dell’ accapo che insegna a lasciarsi scrivere. Le parole raccolgono. Il silenzio è cosa viva.”
Il silenzio onesto, dal libro Il silenzio è cosa viva, Chandra Livia Candiani.