Il respiro come strumento

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nEssenza - Agense Anselmi - Il respiro come strumento

Uso del respiro nei trattamenti, ovvero, il respiro come strumento.

Il ciclo del respiro è fatto da quattro fasi: l’inspirazione, l’apnea a polmoni pieni, l’espirazione, l’apnea a polmoni vuoti.  La durata di queste fasi è variabile a seconda dell’attività che stiamo facendo(se siamo in movimento oppure in riposo) a seconda della situazione che stiamo affrontando(se è una situazione di tensione, emozione, dialogo o rilassamento).

Spesso nelle situazioni che riteniamo impegnative le apnee ,ad esempio, possono essere prolungate o il respiro può essere corto e superficiale.

Il respiro è la manopola del volume con cui decidiamo (consciamente, ma solitamente inconsapevolmente)quanto vogliamo sentire e quanto vogliamo difenderci. Attraverso il respiro entriamo in contatto con lo spazio circostante, in un flusso di dare e ricevere.

Nei trattamenti l’attenzione al respiro viene utilizzata sia per intervenire su una situazione fisica, sia sullo stato d’animo e i meccanismi di difesa automatici.

A livello fisico intervenire sul respiro può permettere di modificare una tensione e un blocco muscolare: l’aria che entra e che esce permette alla fascia di allentarsi e distendersi, di allungarsi e sciogliersi e infine permette al respiro di entrare e uscire con maggior facilità portando una riossigenazione profonda fino ai tessuti e alle cellule.

Quando stiamo intervenendo su uno stato emotivo, l’attenzione al respiro permette di liberare l’emozione o il “vissuto” collegato. L’asciando andare, recuperiamo energia e permettiamo al corpo di smettere di fare un costante sforzo per bloccare quel “ricordo” o emozione.

Tutto molto semplice in sostanza ma molto difficile quando tali abitudini, posture e schemi, sono così radicati in noi da averne persa la consapevolezza e la sensazione fisica.