Aprire il cuore e sopravvivere all’inferno

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Aprire il cuore e sopravvivere all’inferno

“L’inferno dei viventi non è qualcosa che sarà; se ce n’è uno, è quello che è già qui, l’inferno che abitiamo tutti i giorni, che formiamo stando insieme. Due modi ci sono per non soffrirne. Il primo riesce facile a molti: accettare l’inferno e diventarne parte fino al punto di non vederlo più. Il secondo è rischioso ed esige attenzione e apprendimento continui: cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all’inferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio.”

Dal libro Le città  invisibili di Calvino.

Le persone che vengono da me spesso mi chiedono:

“Forse dovrei chiudere il cuore per andare avanti e smettere di soffrire?”

E io rispondo di no. Che, al contrario, di aprie il cuore,   tirare fuori il coraggio, per se stessi, non per gli altri. Diventare lucidi e riprendere in mano la propria vita, uscendo dalla gabbia delle limitazioni e delle colpe. Con un cuore aperto si vive liberi. Se lo mettiamo in gabbia diventiamo i carcerieri di noi stessi.

Questo vuol dire, amarsi a tal punto, da riuscire a difendersi, ponendo dei limiti senza chiudere il cuore. Significa tornare a respirare grande, fare spazio dentro di noi per poter trasformare ciò  che ci tocca, che ci succede, dargli la forma che più  ci serve per vivere la nostra vita.

Aprire il cuore vuol dire andare al di là  delle aspettative e delle costruzioni sociali. Provare a non giudicare, a fidarsi della vita e mettersi nei panni degli altri. Il rancore non porta da nessuna parte e nemmeno l’ indifferenza. Imparare ad amare è  il dono più  grande che ci possiamo fare.

Consigli pratici

Stiratevi, aprite il petto e fate un bel respiro. Alzate la testa, aprite bene gli occhi, fate un sorriso. E uscite. Fatevi coccolare. Prendete tempo per voi. Fate un massaggio, della ginnastica, una passeggiata o cantate una canzone. Tornate alla vita, la felicità  vi appartiene.