Fare un lavoro su di sé significa tornare a casa. Tornare ad abitare chi si è lasciando andare le rigidità, le immagini, i condizionamenti e aprire le gabbie che la mente ci ha costruito intorno. Vuol dire poter esprimere qualità e talenti, sperimentare la leggerezza e la sensazione di essere nel posto giusto. Significa respirare liberamente, avere un corpo morbido che affronta il dolore e lo trasforma.
È un viaggio di risveglio, di attenzione e infine di libertà.
I sintomi fisici, le tensioni, quello che la mente considera disagio sono la porta di accesso al cambiamento. Sono la chiamata a cui si è tenuti a rispondere per non diventare vittime. Il tocco, il respiro, il rilassamento profondo permettono tale processo portandoci in uno stato di consapevolezza diverso e donandoci strumenti nuovi.
"Non ho mai visto un tempio tanto luminoso quanto il mio corpo"